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L’Altalena

“Quando avevo 5 anni pensavo solo a giocare e il mio problema più grande era scegliere quale  sarebbe stato il prossimo disegno che avrei fatto o il gioco nuovo che avrei potuto inventare  l’indomani. A cinque anni hai la spensieratezza di chi ancora non ha dei compiti da fare, né delle  cose da studiare e ogni momento della tua giornata è un’emozione e una scoperta. C’erano  sempre tanti giochi meravigliosi da scoprire ogni giorno, specie all’aperto, d’estate, e quando si  poteva andare al parco era sempre una festa. 

E tra tutti i giochi c’era lei, quella più contesa, quella più desiderata: l’altalena. Con pazienza mi mettevo in fila e stringendo tra le mani la stoffa del vestitino attendevo con  estrema emozione che arrivasse il mio turno; quando finalmente la vedevo dondolare libera  davanti a me, il cuore aumentava il battito e mentre stringevo la corda tra le mani i miei piedini  premevano sul terreno per la prima spinta. Poi lì sempre più forte, sempre più in alto, con il sogno  di toccare gli alberi e il cielo, che ad ogni spinta credi davvero di riuscirci! E quando sei lassù… nel  punto più alto dell’oscillazione, ecco che la forza, contrastata dal vento tra i capelli, ti riporta  indietro… ed è in quell’attimo, in quel preciso piccolissimo istante, che senti quel vuoto nello  stomaco, come un misto tra emozione e paura, ma è talmente bello che non vorresti mai  scendere… e non riesci proprio a smettere di ridere.”

(Alessandra Atzeni) 

Argilla bianca dipinta con engobbi.

Altezza 47 cm

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